lunedì 1 giugno 2009

Milano è fotogenica?

Rispondo a questa domanda con le parole dello scrittore Carlo Castellaneta il quale, in uno dei suoi libri ("la mia Milano" - Arnaldo Mondadori Editore, 1989), così intitolò un capitolo dal quale riporto alcuni stralci commentati con fotografie di scorci scattate qua e là per la città.

"... Milano non è monumentale, possiede poche e sparse bellezze artistiche, ma anche molti scorci significativi, che la fanno essere quel che è: la metropoli più moderna d'Italia. Per il fotografo essa non è una modella facile, che si mette in posa. Bisogna andare a cercarla, sorprenderla come cammina, mentre non sospetta di essere vista, mentre si rifà il trucco. Ci sono prospettive, anche per il fotografo dilettante, che sono così inequivocabilmente milanesi, da non richiedere tecniche di esecuzione particolari. Parlo di un primo piano di rotaie bagnato dalla pioggia autunnale, quella curva di binario sul selciato che ogni nativo conosce fin da bambino, perché vi è scivolato dentro la ruota della bicicletta".

binari in via Broletto


Milano non sarà bella, ma fotogenica si. Il che significa che il soggetto può anche essere in sé poco attraente, ma stampato diventa suggestivo, parlante, evocativo, più di tanti luoghi celebrati...... ...... I grattacieli tutti sanno dove trovarli, ma se li inquadrate da via De Castilia (vecchia strada dell'Isola) allora avrete nel mirino anche i tetti delle ultime case di ringhiera e dunque il senso della trasformazione, del trapasso tra vecchio e moderno che sono i connotati autentici di questa città......"

Isola e via De Castilia-maggio 2009


Ed ancora: "..... Milano non ama, nemmeno in fotografia, i colori sgargianti. Il bianco nero è più consono al suo ruvido carattere lombardo, e la fa guadagnare in fotogenia. certi angoli di Brera, certi cortili artigiani, persino certe facce si esaltano alle ombre del bianconero più che nei cromatismi da carta patinata".
Ed infine un suggerimento: "..... andate sul ponte di ferro della stazione di Porta Genova: quei muraglioni, quei fasci di binari, non sono la sequenza di un vecchio film di Carnè, sono il cuore antico di una città che continua a cambiare......"

angoli di Brera

la casa di ringhiera


il ponte di P.ta Genova


lungo il Naviglio Grande



2 commenti:

  1. Un commento un pò così: Capire che il rapporto tra sè e la città è un qualcosa di forte, reale, fondamentale, è inaugurare un enorme ed inesplorato vascello col quale esplorare - in un sogno, in un incubo, in un'estasi - il tessuto indistinguibile delle esistenze. Delle cose, degli uomini, del passato; del senso e dei tragitti.
    Cristallizzare le immagini e coscientemente porsi come origine della visione, come centro e volontà di questa esplorazione, attribuisce una direzione ed un desiderio a quello che prima era..un lasciarsi scorrere, passare, trapassare. Guardare acquista un senso, ricordare vuol dire costruire, raffrontare, elaborare. La sensazione e l'immagine diviene materia di discorso, di argomentazione, di costruzione onirica. Di pratica estetica. Di vicinanza con ciò che è, anche nella sua pluralità. E in tutto questo gran brulicare di pensieri e di immagini, ci si può incontrare, e ritrovare.

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  2. Grazie Paolo per il tuo commento...bellissimo!

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