Dopo un inverno decisamente brutto e una giornata di Pasqua da dimenticare dal punto di vista metereologico, oggi il cielo si è finalmente aperto e complice il vento che ha pulito l'aria sono salito sul Duomo. Mai avevo visto così tanta gente sulle terrazze della cattedrale, ed è stato piacevole constatare la presenza di molti turisti saliti ad ammirare il panorama, davvero fortunati a trovare una giornata simile. Ed ecco che, superata finalmente l'ultima rampa di scale e giunti fin sulla terrazza all'ombra della Madonnina, mi si è aperto un panorama mozzafiato, uno sguardo a 360° sulla città che si è esteso lontano fino ai primi colli della Brianza. I principali monumenti, i grattacieli, quelli storici, quelli appena sorti e quelli che verranno, la dimensione di una Milano che cresce in altezza. Il tutto circondato dalle cime delle montagne innevate come in una splendida cornice. Ecco alcuni scatti di questa stupenda giornata.
lunedì 5 aprile 2010
domenica 4 aprile 2010
I 50 anni del grattacielo Pirelli
Il grattacielo Pirelli compie 50 anni. Progettato da Gio Ponti, venne inaugurato ufficilamente il 4/4/1960 e con i sui 127,10 metri costituiva, all'epoca, il più alto edificio in Europa e rappresentò uno dei simboli del boom economico, della rinascita e della ricostruzione di Milano.
Nel 1978 fu acquistato dalla Regione Lombardia diventandone la sede; successivamente al tragico incidente aviatorio del 18/4/02 il grattacielo fu sottoposto ad un profondo restauro che lo riportò all'originario splendore.
Ormai da un anno a questa parte, il primato in altezza del Pirelli è stato superato dal nuovo grattacielo dell'Altra Sede della Regione che ha preso il nome di Palazzo Lombardia. Uno dei progettisti di questa nuova struttura, l'architetto americano Henry Cobb, così ha voluto descrivere, in una intervista al Corriere della Sera, il grattacielo Pirelli: "il Pirellone è un oggetto di una bellezza squisita, al tempo stesso rigorosamente ordinato e romanticamente seduttivo; una combinazione che esemplifica perfettamente l'idea di italianità" Ed ancora: " L'impatto del Pirellone è sempre fortissimo perchè si tratta di un edificio che emoziona come non pochi altri. Con quella sua forma sottilmente convessa, con quel suo essere e non essere una "tavola", si è trasformato col tempo nel simbolo di quanto espressiva può essere la buona architettura, senza diventare mai oppressiva o autoreferenziale".
Nel 1978 fu acquistato dalla Regione Lombardia diventandone la sede; successivamente al tragico incidente aviatorio del 18/4/02 il grattacielo fu sottoposto ad un profondo restauro che lo riportò all'originario splendore.
Ormai da un anno a questa parte, il primato in altezza del Pirelli è stato superato dal nuovo grattacielo dell'Altra Sede della Regione che ha preso il nome di Palazzo Lombardia. Uno dei progettisti di questa nuova struttura, l'architetto americano Henry Cobb, così ha voluto descrivere, in una intervista al Corriere della Sera, il grattacielo Pirelli: "il Pirellone è un oggetto di una bellezza squisita, al tempo stesso rigorosamente ordinato e romanticamente seduttivo; una combinazione che esemplifica perfettamente l'idea di italianità" Ed ancora: " L'impatto del Pirellone è sempre fortissimo perchè si tratta di un edificio che emoziona come non pochi altri. Con quella sua forma sottilmente convessa, con quel suo essere e non essere una "tavola", si è trasformato col tempo nel simbolo di quanto espressiva può essere la buona architettura, senza diventare mai oppressiva o autoreferenziale".
Fonti: Corrriere della Sera - Milano, 4 aprile 2010, p.6
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sabato 23 gennaio 2010
Altra Sede Day
Il grande giorno per la città di Milano e per la Regione Lombardia è finalmente arrivato. Oggi è stata aperta al pubblico l'Altra Sede della regione, nome ancora provvisorio in attesa di quello scelto direttamente dai cittadini stessi, tramite sondaggio via internet.
E' stata una grande emozione entrare in questo nuovo gioiello dell'architettura, appena entrati si giunge nella piazza coperta, la più grande di questo genere in città, personalmente ho trovato un ambiente accogliente (a parte il freddo!) con la sensazione di essere abbracciati dalle strutture laterali dei corpi bassi. La sera poi, un grande gioco di luci ha esaltato queste forme, confermando come questo spazio possa trovare un suo giusto utilizzo per ospitare grandi eventi in futuro, sul modelle delle altre città europee e non.
Il top, in tutti i sensi, è stata la salita alla torre; in 40 secondi di ascensore si arriva in cima, al belvedere, a 161.3 metri di altezza! Difficile spiegare la sensazione che si avverte, si rimane a bocca aperta con uno sguardo 360 gradi sulla città che, nonostante la giornata grigia e nuvolosa, ha avuto il suo fascino. Il Pirelli, il Galfa, assieme agli altri edifici più in basso che li circondavano e, dal lato opposto le torri Garibaldi assieme ai cantieri di Porta Nuova che contribuiranno, da qui a pochi anni, a rimodellare ancora una volta questo angolo di città.
Un ulteriore aspetto che mi ha colpito di questa struttura è il suo lato, per così dire, umano sottolineato anche dagli architetti Cobb e Caputo presenti all'inaugurazione. Per prima cosa partendo dal progetto stesso, nato da un team di livello internazionale (lo studio newyorkese Pei- Cobb-Freed & Partners in collaborazione con Caputo partnership e Sistema Duemila) fino a chi ha realizzato materialmente quest'opera, maestranze composte in prevalenza da cittadini extracomunitari. Un esempio di vera e significativa collaborazione internazionale a 360 gradi nonchè di integrazione, che abbraccia diverse realtà, culture e uomini, proprio come la sensazione che ho descritto entrando in questa struttura e salendo in cima alla torre. Ritengo quest'opera architettonica un orgoglio per i cittadini milanesi e lombardi in primis, che rappresenta il primo passo per un rilancio, in chiave veramente europea e mondiale, di questà città.
E' stata una grande emozione entrare in questo nuovo gioiello dell'architettura, appena entrati si giunge nella piazza coperta, la più grande di questo genere in città, personalmente ho trovato un ambiente accogliente (a parte il freddo!) con la sensazione di essere abbracciati dalle strutture laterali dei corpi bassi. La sera poi, un grande gioco di luci ha esaltato queste forme, confermando come questo spazio possa trovare un suo giusto utilizzo per ospitare grandi eventi in futuro, sul modelle delle altre città europee e non.
Il top, in tutti i sensi, è stata la salita alla torre; in 40 secondi di ascensore si arriva in cima, al belvedere, a 161.3 metri di altezza! Difficile spiegare la sensazione che si avverte, si rimane a bocca aperta con uno sguardo 360 gradi sulla città che, nonostante la giornata grigia e nuvolosa, ha avuto il suo fascino. Il Pirelli, il Galfa, assieme agli altri edifici più in basso che li circondavano e, dal lato opposto le torri Garibaldi assieme ai cantieri di Porta Nuova che contribuiranno, da qui a pochi anni, a rimodellare ancora una volta questo angolo di città.
Un ulteriore aspetto che mi ha colpito di questa struttura è il suo lato, per così dire, umano sottolineato anche dagli architetti Cobb e Caputo presenti all'inaugurazione. Per prima cosa partendo dal progetto stesso, nato da un team di livello internazionale (lo studio newyorkese Pei- Cobb-Freed & Partners in collaborazione con Caputo partnership e Sistema Duemila) fino a chi ha realizzato materialmente quest'opera, maestranze composte in prevalenza da cittadini extracomunitari. Un esempio di vera e significativa collaborazione internazionale a 360 gradi nonchè di integrazione, che abbraccia diverse realtà, culture e uomini, proprio come la sensazione che ho descritto entrando in questa struttura e salendo in cima alla torre. Ritengo quest'opera architettonica un orgoglio per i cittadini milanesi e lombardi in primis, che rappresenta il primo passo per un rilancio, in chiave veramente europea e mondiale, di questà città.
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venerdì 22 gennaio 2010
finalmente apre L'Altra Sede
Da: www. archiportale.com
http://www.archiportale.com/news/2010/01/eventi/altra-sede-di-regione-lombardia-apre-al-pubblico-per-10-giorni_17569_32.html
http://www.archiportale.com/news/2010/01/eventi/altra-sede-di-regione-lombardia-apre-al-pubblico-per-10-giorni_17569_32.html
19/01/2010
Dieci giorni di apertura per le visite dei cittadini e una serie di eventi e manifestazioni dal 22 al 31 gennaio per celebrare la conclusione dei lavori di costruzione dell'Altra Sede della Regione Lombardia con i suoi 161,3 metri è attualmente l'edificio più alto in Italia."Abbiamo deciso di aprire l'Altra Sede alle visite dei cittadini - ha detto oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - in occasione della fine dei lavori del cantiere così come sta avvenendo per la costruzione dei nuovi ospedali. Questa iniziativa è, tra l'altro, in linea con il principio che ha guidato la progettazione e la realizzazione del complesso: uno spazio aperto alla città, integrato con essa, ispirato ai principi di trasparenza, funzionalità e bellezza. Una vera e propria casa dei lombardi, un pezzo di città rinnovata, che ospiterà infatti anche una serie di attività commerciali e di servizio". Chiuderà la dieci giorni di eventi l'appuntamento con il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che domenica 31 verrà all'Altra Sede a benedire una copia della Madonnina del Duomo che sarà collocata sul tetto. "In questo modo - ha aggiunto il presidente - i tre edifici più altri della città, l'Altra Sede, il Palazzo Pirelli e il Duomo, avranno alla loro sommità la stessa Madonnina".
Ieri sera mi sono concesso un giretto di perlustrazione ovviamente in compagnia della mia ormai inseparabile fotocamera e, nonostante il freddo tremendo, sono riuscito ad immortalere quest'opera tutta illuminata ed accompagnata da un effetto spettacolare prodotto dai fari che si riflettono nel cielo plumbeo di questa sera d'inverno milanese.
Ieri sera mi sono concesso un giretto di perlustrazione ovviamente in compagnia della mia ormai inseparabile fotocamera e, nonostante il freddo tremendo, sono riuscito ad immortalere quest'opera tutta illuminata ed accompagnata da un effetto spettacolare prodotto dai fari che si riflettono nel cielo plumbeo di questa sera d'inverno milanese.
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martedì 12 gennaio 2010
omaggio a Bob Noorda
Ieri è scomparso Bob Noorda uno dei maggiori designer; di origine olandese, si trasferì a Milano negli anni cinquanta ed inizio la sua carriera collaborando con diverse aziende. Tra i suoi tanti lavori che lo resero famoso in tutto il modo, vi è la progettazione della segnaletica della metropolitana milanese, realizzata agli inizi degli anni sessanta in collaborazione con l'architetto Franco Albini. L'intento di Noorda era di creare una simbiosi tra l'arredamento delle stazioni e le indicazioni che servivano da orientamento per i viaggiatori, dando così vita alle famose fasce colorate, rosso per la linea 1 e verde per la linea 2. L'idea rivoluzionaria è stata quella di sostituire i cartelli con i nomi delle stazioni con una fascia colorata lungo tutta la stazione, dove il nome della stessa, in bianco, si ripeteva ogni cinque metri consentendo così al passeggero di capire dove si trovava anche con il treno in movimento. Questa come ha affermato lui stesso "è stata una novità mondiale, una idea ora copiata in tutte le metropolitane come per esempio Montreal.."
Per questo progetto venne anche studiato un carattere nuovo, partendo dall'Helvetica, al fine di rendere la segnaletica molto leggibile.
Per questo progetto venne anche studiato un carattere nuovo, partendo dall'Helvetica, al fine di rendere la segnaletica molto leggibile.
Quale migliore omaggio a Noorda con una fotografia con il simbolo della Metropolitana sullo sfondo del Duomo, a sottolineare il legame tra questo grande maestro e la sua Milano attraverso la sua opera più importante che ci accompagna quotidianamente nei nostri viaggi "underground".
fonti: http://blog.giofugatypepe.com
http://oblique.it/manifesto_noorda.htlm
http://www.educational.rai.it/lezionididesign/designers/noordab.htlm
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domenica 10 gennaio 2010
Milano sotto la neve
lunedì 7 dicembre 2009
Oltre il muro
Nel mese di novembre appena trascorso, per il XX anniversario della caduta del muro di Berlino, la città di Milano ha celebrato tale evento con diverse manifestazioni tra le quali "PLAZA: oltre il limite 1989-2009" con un percorso espositivo a cielo aperto con l'esposizione in alcune piazze e luoghi simbolo della città di opere di arte contemporanea, tra sculture, video art, percorsi fotografici che parlano di muri e frontiere superate, di incontri e incomunicabilità, di unione e solitudine, di libertà e alleanza tra i popoli.
Un'altro evento suggestivo è stato l'istallazione di due torri di vedetta del muro allestite sul cavalcavia Bussa all'Isola, da parte del collettivo artistico Fehlstelle di Dusseldorf. Queste torri illuminano il cavalcavia con delle luci di controllo, ricreando quella sensazione di disagio ed ansia vissuta in quegli anni dai cittadini di Berlino Est.
Ho voluto quindi fissare questo evento con qualche immagine che ritengo più rappresentativa e che più mi ha colpito. In piazza Duca d'Aosta l'opera di Francesco Lussana "Abbattere per ri-costruire" è costituita da un muro in calcestruzzo riempito di graffiti ed affiancato da mezzo meccanico utilizzato per abbattere i muri per poi ricostruire.
Tali opere le ho trovate molto simboliche, soprattutto così contestualizzate: la piazza della stazione Centrale punto di arrivo e partenza, con le sue note prolematiche sociali, ed il cavalcavia Bussa che unisce due punti di città, in via di trasformazione, separati dai binari della stazione Garibaldi.
La luce di queste torri sta a simboleggiare, a mio parere, l'illuminazione di questa città al fine di richiamare l'attenzione sulle sue realtà molto spesso nascoste ai nostri occhi. Perchè Milano, come tutte le metropoli del resto, non è solo lavoro, benessere, ricchezza ed innovazione con nuovi progetti e grattacieli che crescono, peraltro belli e fondamentali, per carità, per far diventare questa città veramente europea dopo decenni di immobilismo.
Accanto a questo occorre saper guardare più da vicino, nessuno è escluso da questo, a ciò che è più prossimo a noi che magari non vediamo perchè troppo presi dalle proprie cose spesso dettate dall'egoismo. Bisognerebbe imparare a saper guardare anche al di là di quei muri che ci circondano, spesso invisibili e che sono anche dentro di noi, che nascondono sofferenze, solitudine, ma anche forse indifferenza e superficialità.
Questa città perennemente di corsa, caratteristica propria di Milano, dove è sempre più difficile incontrarsi e vivere qualche cosa di vero e, dove l'amicizia sempre più spesso si nasconde dietro a un nickname o come viene identificata nei socialnetwork, semplicemente "un contatto", venendo così a creare nuovi di muri invisibili di incomunicabilità.
Penso che questo debba far riflettere perchè riguarda tutti e a poco servirebbe abbattere quei muri che sempre più spesso accompagnano le campagne politico-sociali quotidianamente, dettate più da interessi di vario tipo più che per l'Uomo in quanto tale. Occorre iniziare, ciascuno nel proprio piccolo, ad abbattere quei piccoli muri che ci separano dalle cose più semplici e dalle persone più vicine a noi che magari stanno in attesa di un gesto al di la del muro. Questo è un compito tutt'altro che facile, difficilissimo oserei dire, ma una volta che se ne è preso atto si può iniziare ad abbattere il muro, magari piano piano, pezzo per pezzo al fine di ricostruire qualche cosa di più bello e vero! E' possibile tutto ciò o è una mera illusione?Ho voluto quindi fissare questo evento con qualche immagine che ritengo più rappresentativa e che più mi ha colpito. In piazza Duca d'Aosta l'opera di Francesco Lussana "Abbattere per ri-costruire" è costituita da un muro in calcestruzzo riempito di graffiti ed affiancato da mezzo meccanico utilizzato per abbattere i muri per poi ricostruire.
Tali opere le ho trovate molto simboliche, soprattutto così contestualizzate: la piazza della stazione Centrale punto di arrivo e partenza, con le sue note prolematiche sociali, ed il cavalcavia Bussa che unisce due punti di città, in via di trasformazione, separati dai binari della stazione Garibaldi.
La luce di queste torri sta a simboleggiare, a mio parere, l'illuminazione di questa città al fine di richiamare l'attenzione sulle sue realtà molto spesso nascoste ai nostri occhi. Perchè Milano, come tutte le metropoli del resto, non è solo lavoro, benessere, ricchezza ed innovazione con nuovi progetti e grattacieli che crescono, peraltro belli e fondamentali, per carità, per far diventare questa città veramente europea dopo decenni di immobilismo.
Accanto a questo occorre saper guardare più da vicino, nessuno è escluso da questo, a ciò che è più prossimo a noi che magari non vediamo perchè troppo presi dalle proprie cose spesso dettate dall'egoismo. Bisognerebbe imparare a saper guardare anche al di là di quei muri che ci circondano, spesso invisibili e che sono anche dentro di noi, che nascondono sofferenze, solitudine, ma anche forse indifferenza e superficialità.
Questa città perennemente di corsa, caratteristica propria di Milano, dove è sempre più difficile incontrarsi e vivere qualche cosa di vero e, dove l'amicizia sempre più spesso si nasconde dietro a un nickname o come viene identificata nei socialnetwork, semplicemente "un contatto", venendo così a creare nuovi di muri invisibili di incomunicabilità.
fonti:
http://www.milanoplaza.it
/http://www.archiportale.com/eventi/2009/milano/il-muro-di-berlino-a-milano_6167.html
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