lunedì 7 dicembre 2009

Oltre il muro

Nel mese di novembre appena trascorso, per il XX anniversario della caduta del muro di Berlino, la città di Milano ha celebrato tale evento con diverse manifestazioni tra le quali "PLAZA: oltre il limite 1989-2009" con un percorso espositivo a cielo aperto con l'esposizione in alcune piazze e luoghi simbolo della città di opere di arte contemporanea, tra sculture, video art, percorsi fotografici che parlano di muri e frontiere superate, di incontri e incomunicabilità, di unione e solitudine, di libertà e alleanza tra i popoli.
Un'altro evento suggestivo è stato l'istallazione di due torri di vedetta del muro allestite sul cavalcavia Bussa all'Isola, da parte del collettivo artistico Fehlstelle di Dusseldorf. Queste torri illuminano il cavalcavia con delle luci di controllo, ricreando quella sensazione di disagio ed ansia vissuta in quegli anni dai cittadini di Berlino Est.
Ho voluto quindi fissare questo evento con qualche immagine che ritengo più rappresentativa e che più mi ha colpito. In piazza Duca d'Aosta l'opera di Francesco Lussana "Abbattere per ri-costruire" è costituita da un muro in calcestruzzo riempito di graffiti ed affiancato da mezzo meccanico utilizzato per abbattere i muri per poi ricostruire.
Tali opere le ho trovate molto simboliche, soprattutto così contestualizzate: la piazza della stazione Centrale punto di arrivo e partenza, con le sue note prolematiche sociali, ed il cavalcavia Bussa che unisce due punti di città, in via di trasformazione, separati dai binari della stazione Garibaldi.
La luce di queste torri sta a simboleggiare, a mio parere, l'illuminazione di questa città al fine di richiamare l'attenzione sulle sue realtà molto spesso nascoste ai nostri occhi. Perchè Milano, come tutte le metropoli del resto, non è solo lavoro, benessere, ricchezza ed innovazione con nuovi progetti e grattacieli che crescono, peraltro belli e fondamentali, per carità, per far diventare questa città veramente europea dopo decenni di immobilismo.
Accanto a questo occorre saper guardare più da vicino, nessuno è escluso da questo, a ciò che è più prossimo a noi che magari non vediamo perchè troppo presi dalle proprie cose spesso dettate dall'egoismo. Bisognerebbe imparare a saper guardare anche al di là di quei muri che ci circondano, spesso invisibili e che sono anche dentro di noi, che nascondono sofferenze, solitudine, ma anche forse indifferenza e superficialità.
Questa città perennemente di corsa, caratteristica propria di Milano, dove è sempre più difficile incontrarsi e vivere qualche cosa di vero e, dove l'amicizia sempre più spesso si nasconde dietro a un nickname o come viene identificata nei socialnetwork, semplicemente "un contatto", venendo così a creare nuovi di muri invisibili di incomunicabilità.
Penso che questo debba far riflettere perchè riguarda tutti e a poco servirebbe abbattere quei muri che sempre più spesso accompagnano le campagne politico-sociali quotidianamente, dettate più da interessi di vario tipo più che per l'Uomo in quanto tale. Occorre iniziare, ciascuno nel proprio piccolo, ad abbattere quei piccoli muri che ci separano dalle cose più semplici e dalle persone più vicine a noi che magari stanno in attesa di un gesto al di la del muro. Questo è un compito tutt'altro che facile, difficilissimo oserei dire, ma una volta che se ne è preso atto si può iniziare ad abbattere il muro, magari piano piano, pezzo per pezzo al fine di ricostruire qualche cosa di più bello e vero! E' possibile tutto ciò o è una mera illusione?

fonti:
http://www.milanoplaza.it
/http://www.archiportale.com/eventi/2009/milano/il-muro-di-berlino-a-milano_6167.html